
"Così sono finito nelle mani della 'ndrangheta"

30 novembre 2020
“Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto immigrazione. I decreti propaganda/Salvini non ci sono più”. Con questo tweet il segretario del Pd Nicola Zingaretti salutava, a inizio ottobre, la ratifica del decreto legge 130, entrato in vigore il 22 ottobre del 2019. In realtà, i ‘decreti sicurezza’ cui faceva riferimento Zingaretti - voluti dall’ex ministro degli Interni Matteo Salvini e convertiti in legge nel dicembre 2018 - non sono stati abrogati, bensì modificati.
Da pochi giorni in Gazzetta ufficiale, il testo contiene "disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare" e interviene su alcuni punti specifici, già evidenziati dalla Corte Costituzionale e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, pur promulgando i decreti, in una lettera ai presidenti di Camera, Senato e Consiglio ne sottolineava alcune criticità.
Diversi erano infatti i nodi e proprio la cancellazione dei provvedimenti approvati dal governo giallo-verde rappresentava uno dei punti programmatici del nuovo esecutivo nato nel settembre 2019. Le continue mediazioni tra le diverse anime del governo e le resistenze del M5s hanno impedito l’abrogazione dei decreti e ritardato le modifiche, pronte già a luglio, alla chiusura delle elezioni regionali di fine settembre per renderle operative.
1) Soccorso in mare. I ‘decreti sicurezza’ avevano pesantemente colpito le ong attive nelle operazioni di ricerca e soccorso (Search and rescue, Sar), prevedendo sanzioni fino a un milione di euro “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane”. Il decreto legge 130 elimina le sanzioni amministrative che erano state introdotte, compresa la confisca della nave, e mantiene quelle penali, con riferimento al codice della navigazione. Le multe vengono abbassate a un massimo di 50mila euro, data soltanto al termine di un processo.
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