Silvia e Mariano, 17 anni, co-fondatori del giornalino indipendente sFoggia
Silvia e Mariano, 17 anni, co-fondatori del giornalino indipendente sFoggia

Dire, fare, sFoggiare

Vivere fuori dalla rassegnazione e dall'apatia si può, lo dimostrano le tante realtà che animano la scena culturale e associativa in città. Sono loro a dire: è faticoso, ma vinceremo

Francesca Dalrì

Francesca DalrìGiornalista, il T quotidiano

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

13 ottobre 2021

  • Condividi

A Foggia non esistono fontanelle dell’acqua pubblica. Non che non ci siano mai state, i meno giovani le ricordano bene: nelle piazze, per le vie, nei parchi. Fino agli anni Novanta. Poi sono state chiuse, non ripristinate e nessuno sa nemmeno più il perché. Anche l’illuminazione pubblica è una chimera. Per anni le gare sono andate deserte. Quartieri al buio e pali della luce che crollano sul manto stradale sono la normalità, tanto che nel 2017 è stata creata un’app per segnalare tutti i guasti della città. "Stancante" è l’aggettivo che più sentiamo ripetere quando chiediamo come sia vivere in città: "A Foggia è faticoso anche solo fare un documento o trovare un parco integro dove andare a giocare con tuo figlio", ci racconta Emiliano Moccia dell’associazione Fratelli della stazione, che distribuisce acqua e cibo ai senzatetto. "Di loro, qui, non si occupa più nessuno", dice.

Eppure, a suo modo, Foggia è una città che resiste, con fantasia. Come quando nel 2009 l’associazione di Moccia candidò alle elezioni un inesistente Antonio Barbone, con tanto di programma e campagna elettorale. Un modo per attirare l’attenzione e che permise di ottenere la residenza anagrafica per i senzatetto. "Spesso la città del bene non fa notizia, ma le associazioni sono tantissime – prosegue Moccia –. Non è nemmeno più volontariato: ci sostituiamo a un servizio pubblico inesistente".

"Foggia è come un figlio abbandonato, si è adattata alla mafia"

I libri sono la cruna dell’ago

Nel cuore di Foggia si trova la biblioteca provinciale la Magna Capitana, la più grande del Sud Italia dopo Napoli. "Siamo l’unica biblioteca pubblica a Foggia, dove non esistono tanti spazi dove stare gratuitamente: l’alternativa è il centro commerciale", confessa Gabriella Berardi, direttrice dal giugno 2017. Nelle sue parole c’è la fierezza di chi è cosciente della bellezza del patrimonio e del sapere secolare che amministra. Neanche a dirlo, conquistare questo luogo è stata un’impresa. "Dopo l’abolizione delle province con la legge Delrio del 2014, per un paio d’anni la biblioteca è stata terra di nessuno". Un limbo durante il quale gli abitanti hanno creato il gruppo Nessuno tocchi la biblioteca di Foggia, che su Facebook conta più di cinquemila persone. "In questi anni abbiamo imparato a organizzare eventi con un budget quasi nullo", afferma Berardi.

In città sorge la più grande biblioteca del Sud Italia, dopo Napoli. Patrimonio di bellezze e saperi secolari

Alla Magna Capitana i bambini possono condividere letture in presenza, ma per tutti sono proposti percorsi di alfabetizzazione documentale, utilizzo degli strumenti di ricerca e attività in rete con librerie e associazioni. Con una particolare attenzione all’accessibilità per persone in condizioni di fragilità e disagio: anziani, pazienti psichiatrici, donne operate al seno, carcerati. Quando non puoi tu, la biblioteca arriva a casa tua. "Non possiamo aspettare qui, dobbiamo uscire, farci conoscere, arrivare dove possiamo". 

Uscire è la parola d’ordine anche della libreria Ubik e dei suoi eventi culturali. "Prima del covid riempivamo la sala, tanto da aver deciso di comprare dei maxischermi", ci racconta Michele Trecca, uno dei due titolari. Negli anni sono nati prima il concorso Leggo quindi sono, rivolto alle scuole superiori, che invita alla lettura di opere di case editrici indipendenti, e poi il progetto nelle carceri, con il premio della critica espressione dei detenuti. "I libri sono solo la cruna dell’ago, ma da lì passa tutto – spiega Trecca –. Vogliamo ravvivare non solo la voglia di leggere, ma anche di vivere la città. Nell’ultimo anno, abbiamo notato un aumento di giovani che passano per il negozio. È un segnale forte, che ci dà carica".

Leggi Segnalibro, la rubrica delle recensioni scritte dai librai indipendenti

La battaglia è appena iniziata

Nella città che resiste i giovani sono protagonisti di iniziative e progetti. Non rivolti a loro, ma da loro ideati. Come Silvia e Mariano, 17 anni, che un anno fa, in piena pandemia, hanno fondato insieme a due amici sFoggia: un "giornalino indipendente", come lo definiscono loro, per "sfoggiare ciò che di bello e positivo c’è in città" e "cercare di non andar via da questa realtà, o almeno, di non andar via prima di aver fatto qualcosa per questa comunità". Scrivono articoli, organizzano eventi e contest perché – ci racconta Mariano – "a Foggia non c’è tempo per essere bambini, ma è brutto essere rassegnati a 17 anni".

Il diritto all'istruzione e la sua tutela, dal mondo all'Italia

"La mancanza di legalità e servizi è colmata dall’attivismo dei giovani e del terzo settore, è la rete che tiene in piedi la città", ci spiega sicura Alice Amatore, 24 anni. Per lei l’arresto per corruzione dell’ex sindaco Franco Landella è stata "una boccata d’aria fresca. Vedere Foggia su tutti i tg nazionali è stato umiliante, però questa può essere la svolta: prima, se non eri dalla loro parte, non avevi diritti ma concessioni". Già candidata alle amministrative nel 2019, Amatore oggi lavora per il centro polivalente Parcocittà, sorto all’interno di parco san Felice, il più grande polmone verde di Foggia, tra i quartieri Candelaro e Rione dei preti, tra i più difficili sul fronte della delinquenza minorile. Lì dove prima era tutto abbandonato, oggi c’è un anfiteatro dedicato ai giovani. La battaglia è tutt’altro che conclusa e Amatore lo sa bene: "Ogni notte ci disfano la rete di protezione che siamo stati costretti a mettere e ogni mattina la ricostruiamo". Lei e gli altri giovani non si perdono certo d’animo: "È una lotta, ma la vinceremo. Foggia è una specie di palestra di vita: se sei nato e cresciuto qui puoi fare tutto".

Da lavialibera n°10 2021

  • Condividi

La rivista

2024 - numero 25

African dream

Ambiente, diritti, geopolitica. C'è un nuovo protagonista sulla scena internazionale

African dream
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar