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Crisi climatica, l'appello degli scienziati ai giornalisti: parlate anche delle soluzioni

Gli scienziati chiedono ai media di raccontare le soluzioni alla crisi ambientale. Non parlarne significa condannare le persone al senso di impotenza

Antonello Pasini

Antonello PasiniFisico climatologo del Cnr

12 settembre 2023

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"Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore". Sono le parole con cui inizia un appello rivolto ai media, di cui sono primo firmatario, condiviso da un gruppo di scienziati preoccupati della narrazione degli eventi meteorologici accaduti negli ultimi mesi.

La copertura mediatica di questi eventi è stata sicuramente molto estesa, ma spesso non si è andati al di là di immagini impressionanti e di una dettagliata descrizione delle conseguenze. Raramente si sono legati questi fenomeni, la loro enorme virulenza e aumentata frequenza, alle cause che li hanno prodotti, cioè riscaldamento globale e cambiamento climatico recenti, di origine antropica.

Crisi climatica, oltre l'emergenza. L'appello de lavialibera

Si è parlato spesso di maltempo e di altri eventi estremi di decenni fa, come se si trattasse di caldo e di piogge già sperimentate, come se non ci fosse una precisa tendenza – dovuta al cambiamento climatico di origine umana – all’aumento di intensità e frequenza di questi eventi. Tutto ciò porta a non vedere la soluzione a questo “impazzimento” del clima.

Non bisogna aver paura di osservare – senza paraocchi ideologici – quanto dice la scienza. Avere scoperto che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici a esso associati sono di origine umana non è una sciagura, ma al contrario una buona notizia. Se il cambiamento fosse stato solo naturale, non avremmo potuto fare altro che difenderci. Sapere invece che è dovuto a noi (principalmente alle combustioni fossili) significa che possiamo agire sulle cause per limitarne gli effetti indesiderati.

Ancora una volta, è l’omissione di certe informazioni che porta a non vedere il quadro globale e a indurre azioni sbagliate o nessuna azione. Mentre è proprio questo il momento di agire, da un lato per adattarci alle variazioni meteo-climatiche che ci terremo ancora per decenni (riusciremo probabilmente a fermare l’aumento di temperatura ma non potremo tornare indietro), dall’altro lato per mitigare, diminuendo e infine fermando, le emissioni di gas serra, evitando che si giunga a scenari climatici peggiori, in cui sarebbe difficilissimo adattarsi. Abbiamo diritto a un’informazione completa, che sveli i nessi tra fenomeni e consenta di avere una comprensione degli stessi, che non ci chiuda in un senso di impotenza ma che invece ci porti a reagire, in prima persona e in gruppi, con azioni concrete e di pressione sulla politica, per affrontare seriamente un problema che mina dalle fondamenta lo sviluppo futuro della nostra società.

Da lavialibera n° 22, Altro che locale

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