(Max Kleinen/Unsplash)
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Amministratori sotto tiro. Lo strano caso di Corigliano Rossano

Nel 2023 la Calabria è stata la regione dove sono avvenuti più attentati intimidatori contro gli amministratori pubblici rispetto alle altre regioni. La provincia di Cosenza quella con più minacce e aggressioni a sindaci, assessori o altri eletti: ben trenta. Sono gli aspetti più gravi che emergono dal rapporto Amministratori sotto tiro, pubblicato oggi da Avviso pubblico

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17 aprile 2024

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La casa estiva di un sindaco incendiata. Un proiettile piazzato sopra la cassetta della posta dell’assessore di un altro comune. Sette colpi di pistola contro il negozio gestito da un altro primo cittadino e una lunga serie di minacce, messaggi, telefonate, auto incendiate, gomme tagliate e altri avvertimenti. Nel 2023 la Calabria è stata la regione dove sono avvenuti più atti intimidatori contro gli amministratori pubblici rispetto alle altre regioni. La provincia di Cosenza quella con più minacce e aggressioni a sindaci, assessori, dirigenti, agenti della polizia locale o ancora semplici dipendenti: ben trenta. Sono gli aspetti più gravi che emergono dal rapporto Amministratori sotto tiro, pubblicato oggi da Avviso pubblico, l’associazione che raggruppa enti locali e regioni impegnate contro le mafie e la corruzione.

Nel 2023 Avviso pubblico ha registrato 315 atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della pubblica amministrazione in tutto il Paese. Dopo il picco registrato nel 2018 (574 intimidazioni), si giunge cinque anni dopo ad un dato pressoché dimezzato (- 45%), il più basso dal 2011.

Il Sud resta primo per intimidazioni agli amministratori

Roma, 17 aprile 2024. La presentazione del rapporto "Amministratori sotto tiro" di Avviso pubblico. Da sinistra, Vittorio Di Trapani (presidente della Federazione nazionale stampa italiana), Fabrizio Feo (giornalista del Tg3), Wanda Ferro (sottosegretario all'Interno) e il presidente dell'associazione, Roberto Montà
Roma, 17 aprile 2024. La presentazione del rapporto "Amministratori sotto tiro" di Avviso pubblico. Da sinistra, Vittorio Di Trapani (presidente della Federazione nazionale stampa italiana), Fabrizio Feo (giornalista del Tg3), Wanda Ferro (sottosegretario all'Interno) e il presidente dell'associazione, Roberto Montà

In primis, per la prima volta dal 2016, nel 2023 la Calabria è tornata a essere la prima regione più colpita da atti intimidatori, ben 51 anni (quasi uno a settimana), in aumento del 21 per cento rispetto al 2022. Seguono infatti la Campania (39 casi, - 20%), la Sicilia (35 casi, -30%) e la Puglia (32 casi, -33%). Nel complesso, le quattro regioni del Sud assieme raccolgono il 50 per cento degli atti intimidazione censiti nel 2023 in Italia. Nell’area centro-nord è la Toscana ad aver fatto registrare più episodi (20), mentre tra le province più colpite – dopo Cosenza, Napoli e Palermo – c’è Torino.

C’è una sostanziale differenza tra quanto avviene a Nord e a Sud: nel Settentrione non sono stati denuncia aggressioni e incendi contro gli amministratori o i rappresentanti di enti pubblici, nel Meridione, invece, le minacce tramite i social network sono quasi inesistenti. “Anche nel 2023 i dati restituiscono un’Italia che viaggia a due velocità”, afferma Roberto Montà, presidente di Avviso pubblico. C’è un Mezzogiorno caratterizzato da molta violenza, ma non va sottovalutato la crescita dei casi del Centro-Nord: “Le intimidazioni, sebbene siano meno violente, sono aumentate rispetto al 2022”, sottolinea.

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Il primato di Cosenza

Gli amministratori pubblici della provincia di Cosenza appaiono come quelli più colpiti. Che ci sia dietro la ‘ndrangheta, però, non è detto. “Sebbene la Direzione investigativa antimafia sottolinei come le ‘ndrine locali abbiano ‘ampliato le capacità di penetrazione ambientale nel tessuto socio-economico cosentino”, l’elevato numero di atti intimidatori che colpisce da anni gli amministratori e il personale degli enti locali della provincia di Cosenza può apparire sorprendente, se teniamo presenti alcuni indicatori”: la provincia cosentina, rispetto alle altre province calabresi, è quella in cui sono avvenuti meno commissariamenti per mafia; il numero di beni confiscati è molto basso e le interdittive antimafia (il provvedimento prefettizio che impedisce alle ditte a rischio di infiltrazioni mafiose di lavorare nel settore pubblico) negli ultimi cinque anni è il più basso, 81 contro le oltre 500 in provincia di Reggio Calabria.

Nel corso di tutto il 2023 gli amministratori locali hanno ricevuto minacce. Il 21 gennaio, a Crosia, qualcuno è entrato nella casa estiva del sindaco Antonio Russo e le ha dato fuoco. Il 3 febbraio a Morano Calabro un esponente della minoranza, Biagio Severino, ha trovato sulla saracinesca del suo garage una scritta (“parlare troppo”) accompagnata da tre croci. L’8 febbraio a Casali del Manco qualcuno ha danneggiato l’auto di Fernando De Donato, capogruppo in consiglio comunale. Sempre qui il 13 febbraio l’assessore Carmelo Rota ha trovato un proiettile di grosso calibro nella cassetta della posta. Tra giugno e luglio il sindaco di Praia a Mare, Antonino De Lorenzo, è l’obiettivo di alcune scritte offensive.

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Lo strano caso di Corigliano Rossano

Il 16 febbraio si è registrato il primo di una lunga serie di atti intimidatori a Corigliano Rossano: viene trovata una molotov sopra un’auto di Calabria Verde, azienda della Regione Calabria che si occupa della cura e della gestione del patrimonio forestale, e dei suoi dipendenti impegnati in lavori di pulizia dei fiumi del comune. Sempre in questo grande comune, a giugno l’assessore alle Politiche Ambientali, Damiano Viteritti, riceve una telefonata dai toni inquietanti e minacciosi nei confronti della sua persona, del sindaco e di altri componenti dell’amministrazione.

Tra ottobre e dicembre vanno a fuoco due auto di Ida Gattuso che, prima della fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano, aveva ricoperto il ruolo di consigliere e vice presidente del consiglio comunale. Da una successiva inchiesta è emersa l’estorsione alla famiglia Gattuso da parte di un clan locale. A novembre tocca alla presidente del consiglio comunale, Marinella Grillo, alla quale viene incendiata l'automobile dopo essere già stata vittima di altre minacce. Il giorno dopo il sindaco Flavio Stasi e un assessore ricevono sui loro profili Instagram dei messaggi in “codice”, emoticons riconducibili a quanto accaduto la notte precedente contro la vettura della collega. Emoticons che richiamano fiamme, auto e mezzi dei vigili del fuoco.

Comuni infiltrati i più fragili

Secondo Montà, i dati raccolti confermano “la vulnerabilità di quei territori che hanno visto comuni sciolti per infiltrazioni mafiose” e mettono in evidenza “di quel legame tra mafia e politica che la legge approvata nel 1991, seppur con alcune criticità che Avviso Pubblico evidenzia da tempo, ha più volte permesso di spezzare”. La legge, varata più di trent’anni fa, andrebbe corretta, ma non va delegittimata, sostiene da tempo l’associazione.

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