Ora la mafia foggiana trema: si pentono due boss della "Società"

Dopo dodici collaboratori di giustizia, figure di secondo rango nella gerarchia criminale, giungono notizie sui pentimenti di Ciro e Giuseppe Francavilla, elementi apicali del clan Sinesi-Francavilla, una delle tre "batterie" che compongono la "Società", a sua volta una delle mafie foggiane. Il primo potrebbe fare presto rivelazioni in aula

Luca Pernice

Luca PerniceGiornalista

Aggiornato il giorno 2 febbraio 2024

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Trema la “Società”, la mafia foggiana, dopo la notizia che due dei suoi personaggi apicali hanno deciso di collaborare con la giustizia. Non due uomini qualsiasi, ma persone ai ranghi alti delle gerarchie criminali. Il primo nome a emergere è stato quello di Ciro Francavilla, 50 anni, elemento di spicco del clan Sinesi-Francavilla, una delle tre “batterie” che compongono l’organizzazione mafiosa foggiana (insieme ai Moretti-Pellegrino-Lanza e ai Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese). Francavilla, cugino di Antonello Francavilla – marito della figlia di Roberto Sinesi, capo storico della Società – ha deciso di passare dall’altra parte. Anche suo fratello, Giuseppe Francavilla, ha preso la stessa decisione. Sulla vicenda gli investigatori mantengono il più stretto riserbo. Ma è certo che le rivelazioni dei due fratelli potrebbero rappresentare un contributo essenziale in mano a magistratura e forze dell’ordine per combattere quella che ormai viene chiamata la “Quarta Mafia”. 

La decisione di Ciro Francavilla sarebbe maturata alcune settimane fa, comunque prima della sentenza della Corte di Cassazione con cui, il 26 gennaio scorso, è stato condannato in via definitiva a nove anni, nove mesi e dieci giorni di reclusione per mafia ed estorsione, mentre il fratello Giuseppe Francavilla è stato invece condannato a dodici anni. Si tratta della conclusione del processo “Decima Azione”, dal nome del blitz che il 30 novembre del 2018 portò in carcere 30 persone accusate di reati che andavano dall’associazione mafiosa al tentato omicidio, dalle estorsioni alle armi. Il procedimento, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, aveva colpito alcuni elementi di spicco del clan Sinesi-Francavilla e degli altri due clan, per aver compiuto una serie di estorsioni a imprenditori e commercianti di Foggia. Ciro Francavilla, il fratello Giuseppe e altri imputati avevano fatto appello alla Suprema Corte contro la sentenza di secondo grado del novembre 2022 e pochi giorni fa i giudici hanno respinto le istanze. 

Le mafie foggiane oltre il negazionismo

Un lungo curriculum criminale

Mafia ed estorsioni sono le voci più ricorrenti nel “curriculum” di Ciro Francavilla. Nel luglio del 2014 Ciro e Giuseppe, conosciuti come “i capelloni”, furono arrestati per una tentata estorsione al titolare di un nuovo bar di Foggia. Gli avevano chiesto 50mila euro altrimenti si “sarebbero presi” il locale: ma la vittima non si era fatta intimidire denunciando tutti.

L’ultimo arresto di Ciro Francavilla è datato 24 luglio 2023 nell’ambito del blitz antimafia “Game Over” che ha coinvolto 75 presunti esponenti della mafia foggiana. Una operazione che ha evidenziato che, oltre al racket delle estorsioni, è ancora la droga uno dei principali business della criminalità organizzata. Un affare talmente importante da convincere le tre batterie a superare le loro rivalità e a creare una sorta di “cartello” con la condivisa spartizione dei profitti. L'operazione ha confermato, ancora una volta, il ruolo apicale di Ciro Francavilla all’interno della Società foggiana. “Era una cassa comune sulla cocaina – ha spiegato il pentito Carlo Verderosa –. Dei Sinesi e dei Moretti che la gestivano, metà la faceva Ciro e Pino Francavilla e Alessandro Aprile per il gruppo loro e metà Leonardo Lanza per conto nostro. Loro avevano i rapporti con i fornitori”.

A Foggia la cocaina unisce persino i clan rivali

Presto in aula il nuovo pentito della mafia foggiana

Ciro Francavilla sarebbe pronto a svelare ogni più intimo segreto della Società ed eventuali connivenze con la zona grigia, della politica e dell’economia. E potrebbe raccontarli già tra qualche giorno

E molto probabilmente all'inizio di febbraio, nell’aula bunker di Bitonto dove si sta svolgendo il processo “Game Over”, il nuovo pentito potrebbe "ufficializzare" la sua posizione, iniziando a raccontare. Ma cosa dirà Ciro Francavilla e, soprattutto, quali segreti potrebbe svelare?

Il cinquantenne è il tredicesimo pentito della mafia di Foggia. La lista inizia l’8 luglio del 1992 con Salvatore Chiarabella, personaggio di secondo piano ma autista di Michele Mansueto, detto “Lilino” colui che  alla fine degli anni ottanta reggeva le redini della criminalità organizzata su delega di Giosuè Rizzi e Rocco Moretti, detenuti.

Il penultimo pentito, prima della decisione di Francavilla, risale al maggio del 2022 quando Patrizio Villani (anche lui appartenente alla batteria dei Sinesi-Francavilla) ha iniziato a collaborare con la giustizia. Dodici pentiti, ma tutti personaggi di secondo piano delle tre batterie della Società.

Foggia, "Certe storie, qui, ricordano alcuni film sul Far West", dice il dirigente della Dia 

Ciro Francavilla no. Lui non è semplicemente un sodale. È stato uno che contava all’interno della sua batteria e all’interno della stessa mafia foggiana. Conosce molto bene le dinamiche della cosiddetta “Quarta mafia”. Conosce i suoi business e conosce le sue regole come quelle che decidono chi deve morire e chi può continuare a vivere. Ciro Francavilla sarebbe pronto a svelare ogni più intimo segreto della Società, una mafia che da qualche giorno sta tremando. Ma non solo lei. Ciro Francavilla potrebbe anche svelare eventuali connivenze, legami con quella cosiddetta zona grigia, lo spazio in cui prendono forma le relazioni tra mafia e pezzi della società, della politica e dell’economia. E potrebbe iniziare a raccontarli già tra qualche giorno.

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