Dopo l'Isis, a Mosul è l'ora dei giovani

Nella piana di Ninive, in Iraq, c'è chi cerca di ricostruire edifici e relazioni dopo la distruzione causata dai miliziani dello Stato islamico e dal conflitto. Protagonista una nuova generazione "armata" di cultura, arte e sport

Arianna Pagani

Arianna PaganiFotografa freelance

Sara Manisera

Sara ManiseraGiornalista freelance

13 ottobre 2021

Qantara in lingua araba significa ponte. Nella città vecchia di Mosul, in Iraq, questo ponte serviva a collegare un edificio all’altro. "Abbiamo scelto questo nome per ricollegare tutti i giovani che appartengono a questa società". A parlare è Younis Shlash, 35 anni, ingegnere e uno dei fondatori di un caffè letterario e culturale che accoglie donne e uomini, vanta una libreria ben fornita e ospita letture, presentazioni di libri e concerti e si chiama Qantara, appunto: "L’idea ci è venuta già durante l’occupazione di Daesh – racconta –. Poiché Daesh ha separato la nostra società, il nostro sogno era quello di ricollegarla all’interno di questo luogo. Il nostro slogan fin da subito è stato 'il luogo per tutti'”

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