Quanto costa regolarizzare braccianti e badanti

Regolarizzare i migranti che lavorano in Italia è difficile e una sanatoria non basta. Manca un'adeguata gestione delle richieste

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

30 ottobre 2020

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Ahmed è arrivato in Italia un anno fa. Dal Marocco è approdato in un piccolo comune della Sicilia, dove si è subito fatto notare per il pollice verde e ha trovato lavoro nelle campagne. Eppure il capo ha chiesto di regolarizzarlo come badante: "Costava meno ed era più facile", dice. Non sappiamo ancora quante saranno le domande accettate grazie all’ultimo provvedimento, ma sappiamo che solo una piccola quota di quelle ricevute riguarda i braccianti d’Italia: appena il 14,8 per cento del totale, quando proprio loro avrebbero dovuto essere il cuore della legge voluta dalla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova. Non una novità. Sono due i leit motiv che caratterizzano la storia delle sanatorie. Da un lato, la prevalenza dei lavoratori domestici. Dall’altro, l’inadeguatezza dello strumento nel far fronte al flusso di migranti che arriva nel nostro Paese. Una calcolatrice ci aiuta a capire perché.

Quattro numeri spiegano le ragioni dell’egemonia di colf e badanti. I primi due sono 205mila e un milione: rispettivamente le stime degli impiegati irregolari in agricoltura e nel settore domestico, il bacino più grande cui attingere. L’altra coppia ha a che fare con i costi del lavoro. Un bracciante costa in contributi almeno quattro euro. Due, invece, sono gli euro necessari per un domestico contrattualizzato. A ciò va addizionato che quest’ultima categoria ha beneficiato di agevolazioni a ogni sanatoria e persino di un provvedimento ad hoc nel 2002. In sintesi, regolarizzare badanti e colf è sempre stato più conveniente. Risparmio che può aver spinto gli imprenditori a spacciare per domestico pure chi in realtà non lo era, come successo ad Ahmed.

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La ratio è precisa. Anche qui, questione di numeri e portafoglio. Il proprietario di un’azienda agricola punta a trarre un guadagno dalla propria attività, mentre colf e badanti sono una spesa per le famiglie nonché un ammortizzatore sociale per lo Stato considerato che l’assistenza per over 60 soli e disabili è al lumicino. "Accedere alle residenze per anziani convenzionate con le Aziende sanitarie locali, che coprono la metà dei costi, è difficile e il tariffario delle strutture private va dagli 80 ai 100 euro al giorno", spiega Angelica Liotine, coordinatrice per il Piemonte dei servizi colf e badanti del Centro di assistenza fiscale Cgil. Rimane aperto un ultimo quesito: come mai le regolarizzazioni non hanno mai funzionato?

Il proprietario di un’azienda agricola punta a trarre un guadagno dalla propria attività, mentre colf e badanti sono una spesa per le famiglie nonché un ammortizzatore sociale per lo Stato

Senza abbandonare la calcolatrice, cerchiamo la risposta mettendo a confronto alcuni dati: le domande presentate per ogni sanatoria e il numero degli stranieri non in regola presenti in Italia quello stesso anno. Nel 2012 al ministero dell’Interno sono arrivate 134.576 istanze, ma gli invisibili erano 326mila. Ammesso che tutte le richieste siano state accolte, 191.424 persone sono rimaste fuori dalla legalità. Quattro anni dopo, la quantità è quadruplicata. Stando alle proiezioni più attendibili, agli inizi del 2020 i sans papier avrebbero superato quota 600mila: cifra record dal 2002.

Insomma, come svuotare il mare con un secchiello visto che questi provvedimenti incidono su sacche di irregolarità già esistenti e subito pronte ad allargarsi di nuovo. Il problema è alla radice, dice Maria Paola Nanni, ricercatrice del Centro studi e ricerche Idos: "Manca un’adeguata gestione dell’immigrazione per lavoro che affronti la cruciale questione degli ingressi. Si tampona sempre ex post, con regolarizzazioni ricorrenti". Il Dossier statistico immigrazione 2020, che lavialibera ha potuto visionare in anteprima, ne conta ben nove dal 1982 a oggi.

Cittadinanza in vendita

Tutte hanno prestato il fianco alle stesse storture: compravendita di contratti, falsi e truffe sono cronaca di oggi, come di ieri. A farne le spese soprattutto i migranti, costretti a pagare di tasca propria il prezzo (salato) di essere, o non essere, in regola.

Dal n°5 settembre/ottobre 2020

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