
"Così sono finito nelle mani della 'ndrangheta"

Aggiornato il giorno 4 gennaio 2021
"C’è qualcuno che vuole far vedere come si fa?". Si cerca un volontario che prepari una siringa per l’iniezione di una dose di eroina, ma nonostante ci siano alcuni habitué del buco, nessuno si fa avanti. La sostanza non c’è, si tratta di usare un po’ d’acqua per mostrare l’uso di un kit usa e getta: un piccolo contenitore in alluminio per sciogliere la dose, un filtro in cui infilare l’ago per togliere le “porcherie” dalla “roba”, infine un cerotto per chiudere il buco. "Greta non sarà contenta", ironizza qualcuno riferendosi ai materiali da buttare. "C’è un contenitore più grande? – domanda un altro venuto a prendere qualche siringa nuova –. A me non basta". Siamo in una saletta dell’ospedale Amedeo di Savoia, a Torino, nelle stanze del “drop in”, un servizio che si occupa di riduzione del danno. È il pomeriggio del 12 febbraio ed è in corso un incontro organizzato da Itanpud, la rete italiana di "persone che usano droghe" (“people who uses drug”, da cui la sigla “pud”), costituita formalmente nell’agosto 2019.
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